
Il Comune di Pescara ha abbassato la tariffa dello scorso anno portandola a 2,00 € per tutta la giornata, vicina al costo di un biglietto del bus, mentre il Comune di Montesilvano l’ha addirittura eliminata, in entrambi i casi azzerando la già inconsistente offerta estiva balneare del trasporto pubblico locale, con il placet totale di TUA, anzi in danno della stessa.
Primo: uno spazio urbano, da diversi decenni usato da pedoni e ciclisti e altre utenze assimilabili, ora viene adibito, ormai da un lustro in “emergenza ordinaria”, a parcheggio auto, e da quest’anno per tutti i giorni.
Secondo: l’uso consolidato viene “traslato”, per quanto possibile, nell’arteria ciclabile laterale nonché in quella pedonale. Per pattini, carrozzine e altri mezzi la cosa diventa palesemente impossibile, mentre per pedoni e ciclisti comincia l’era, irritante per entrambi, della promiscuità.
In conclusione: tutti questi utenti ridurranno la frequentazione di questo luogo a favore delle auto e l’uso più sostenibile di quel tracciato viene sostituito da quello più insostenibile che si possa adottare: il parcheggio.
A ben riflettere, emerge un paradosso: non sono i cittadini, gli utenti dei servizi, in questo caso balneari, presunti quotidiani, ad essere portati presso i luoghi di destinazione, ma sono i parcheggi ad essere creati dove si vuole che le persone possano arrivare.

A dimostrazione di ciò, c’è l’area di risulta che rimane mezza vuota. Il relativo tasso di saturazione, che non va oltre il 70% (dati PGTU), viene ulteriormente eroso, proprio perché si creano ulteriori spazi auto in altre zone, fino a rendere la città un immenso “spazio parcheggi prêt-à-porter”.
Così Pescara contrasta i cambiamenti climatici.