Lo scorso 25 novembre la Commissione Europea ha aperto un invito a manifestare interesse rivolto alle città che intendono partecipare alla missione europea “100 città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030“. La missione, una delle 5 individuate nel piano strategico Orizzonte Europa, ha l’obiettivo di rendere a impatto climatico zero 100 città europee entro il 2030. Queste dovranno fungere da poli di sperimentazione e innovazione affinché altre città europee raggiungano gli stessi obiettivi entro il 2050.
Con questa iniziativa si chiede alle città europee, che vogliono progredire nella transizione verde, di fornire informazioni sulle loro attuali circostanze e attività, nonché sui loro futuri piani di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Le città selezionate saranno in prima linea nella transizione alla neutralità climatica, secondo gli obiettivi del Green Deal europeo, e apporteranno alle loro comunità molteplici vantaggi in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico, meno traffico e stili di vita più sani.
Le città che avranno manifestato il loro interesse entro la fine del mese di gennaio verranno valutate da esperti indipendenti e i risultati della selezione saranno annunciati ad aprile 2022. Non appena il processo di selezione sarà completato, le città potranno iniziare a lavorare per raggiungere i loro obiettivi con l’aiuto di una “piattaforma di missione”.
Nel 2030 verosimilmente Pescara, Spoltore e Montesilvano non esisteranno più, almeno nella loro attuale veste istituzionale. Ma sembra che il processo che dovrebbe portare alla nascita del nuovo soggetto giuridico tardi a prendere forma e quanti investiti della responsabilità degli atti siano abbastanza distratti.
Tutto questo mentre il mondo tutt’intorno corre e si dà da fare per rispondere quanto più collegialmente possibile alle sollecitazioni che vengono da un futuro prossimo che, per questa decade del presente secolo, si è già messo alle spalle due anni.
Facciamo un solo esempio: la scorsa primavera l’Europa ha presentato la sua nuova strategia sulla biodiversità per il 2030 e tra gli obiettivi vi è di piantare 3 miliardi di alberi entro il prossimo decennio.
Immaginate allora quale patrimonio forestale potrebbe garantire la nuova area urbana, di oltre 90 kmq (9 mila ha), visto che ognuno di noi, entro il 2030, facendo una banale divisione (3 md su 700 mln di europei), dovrebbe mettere a dimora almeno 4 alberi, che per la nuova realtà territoriale di 200 mila abitanti fanno in totale 800 mila alberi.
Le opportunità sono tante, ma per coglierle bisogna da subito intraprendere la direzione giusta, senza distrarsi né attardarsi in tattiche di rimbalzo, che non fanno altro che dilatare inutilmente il poco tempo che abbiamo a disposizione.