Masci-Rueda: trova le somiglianze

Almeno due cose hanno impressionato Salvador Rueda durante il suo breve tour cittadino. La prima, che ha più direttamente a che fare con le ragioni della sua presenza,  l’esuberanza di corsie stradali in Via Marconi (come si desume dalla slide della sua proposta di sezione, da cui ne mancano letteralmente due, oltre quella del parcheggio); la seconda, il pugno urbano della sopraelevata sul fiume che l’urbanista ecologo, o viceversa, ha liquidato con tre parole: da buttare giù!

Questo è quello che abbiamo sentito dire e visto durante il suo intervento di apertura della cerimonia di premiazione delle opere presentate nell’ambito del concorso di idee “Marconi District”.

Nell’assolata piazza Le Laudi, Rueda racconta della bontà dei “Superblocchi di Barcellona” (superillas), di cui è padre, e ne traccia l’ampio spettro di sostenibilità, dalle questioni ambientali, a quelle sociali e economiche, tanto da essere diventate oggetto di replica in tante altre città del mondo. E nessuno lo nega.

Un meccanismo che con poche sforbiciate sulla mobilità automobilistica, meno del 20%, riesce a restituire anche l’80% dello spazio agli atri utenti della strada, in particolare ciclisti, pedoni e soprattutto ai cittadini. Si, spiega Rueda, perché la “pedonalità” è una modalità di trasporto, cosa diversa dal fruire lo spazio pubblico come cittadini, che fanno ben altro: si incontrano, si intrattengono, si svagano, si divertono, si riposano, ecc. ecc. ecc.

Perché questo accada è necessario che l’utenza debole riprenda possesso del territorio urbano, rendendo poco attraente non l’uso dell’auto, qualunque sia la sua motorizzazione, quanto il transito in certe strade che vengono recuperate ad altri usi.

E come? Stringendo le corsie, allargando i marciapiedi, piantando alberi e arredando gli spazi, e soprattutto eliminando l’attraversamento, facendolo diventare un irritante ritorno al punto di partenza, facendo un giro a vuoto.

E su questo meccanismo Rueda, seppur con qualche imprecisione, ha tirato le sue linee su via Marconi: una corsia ciclabile al centro, bidirezionale da 2,5 m, una corsia direzione nord da 3,25 m solo per autobus, un’altra simile per bus e auto, tanto, dice l’urbanista, di auto ne passeranno proprio poche, e poi tutto marciapiede, a destra e a sinistra, da 5 a finanche 9 m di larghezza.

Il che, nonostante il Sindaco Mascia affermi che Rueda approvi il suo progetto, ci restituisce due visioni completamente diverse: quella del primo cittadino, infatti,  riserva il 45% dello spazio alle auto, il 35% agli autobus e poi 10 e 10 a pedoni e alberature: zero alle bici. In quella dell’iberico, invece, solo il 31% è dedicato ai mezzi di trasporto a motore, ma soprattutto bus (a fronte dell’80% del progetto in corso), il 12% alle biciclette, quasi il 10% all’alberatura stradale e oltre il 47%  ai pedoni, cioè quasi 5 volte di più dell’attuale destinazione. Questi conti noi li avevamo già fatti e sono riportati sul numero 1 di marzo 2022 di Gazzetta Civica, ovvero in modo più esaustivo sul portale di Coalizione Civica.

Come allo stesso modo avevamo anticipato, ma con una lettera arrivata in redazione datata 21 novembre 2023, la sorte auspicata da Rueda alla parte sopraelevata dell’asse attrezzato: il suo abbattimento. Al posto dei pilastri circa 60 alberi monumentali, quindi il completo recupero della golena sud del fiume e la sua restituzione alla città, soprattutto al  centro storico. Scenario tanto simile a quello previsto da questa amministrazione che vede l’asse attrezzato prolungato addirittura  fino al porto.

Ora, quindi, tra i due progetti non resta che giocare a trovare le somiglianze.